Master in Valorizzazione del Patrimonio Culturale

Nelle edizioni precedenti del master gli iscritti hanno sviluppato Progetti di Valorizzazione che hanno interessato realtà eterogenee e hanno coinvolto enti locali e amministrazioni, divenute partner in un auspicata fase di realizzazione.

A.A. 2022/2023 | Tema “L’anfiteatro di Arezzo”

Riconoscere l’anfiteatro. Soluzioni paesaggistiche per la riqualificazione del sito archeologico
Linda Anichini

    Il progetto si prefissa l’obiettivo di far riconoscere l’anfiteatro di Arezzo, attraverso una serie di interventi che mirano a evidenziare e definire nuovamente i rapporti spaziali propri dell’anfiteatro.
    Il concept è guidato da due scelte progettuali fondamentali. In primis ristabilire a livello plani-altimetrico i rapporti tra anfiteatro e spazio circostante. L’intenzione è quella di distinguerli nettamente, andando a evidenziare i limiti dell’anfiteatro e riproducendo i percorsi orizzontali insiti nell’architettura stessa.
    L’altra azione fondamentale sta nel rievocare i rapporti spaziali dell’anfiteatro. La strategia utilizzata per rimarcare i rapporti tra pieni e vuoti, ad oggi di difficile lettura, è quella di operare attraverso una progettazione della componente vegetale che dialoga direttamente con il bene. Le specie utilizzate per i nuovi impianti saranno coerenti con l’epoca di costruzione dell’anfiteatro stesso e rintracciabili nella medesima epoca sia a livello iconografico che bibliografico.
    L’azione progettuale si concretizza nella definizione di un parco archeologico in cui la componente vegetale dialoga attivamente con l’anfiteatro, rendendo questo spazio un locus amoenus ove passeggiare diventa un atto di conoscenza.

Centro Studi “L’Anfiteatro”. Valorizzazione attraverso la conoscenza
Tosca Bertini

    Se il patrimonio culturale è un prodotto sociale, i processi di valorizzazione trovano senso nel rapporto tra la collettività e il patrimonio, in una dinamica di reciproca intellegibilità. Questo è uno degli obiettivi del progetto proposto: un’organizzazione, denominata Centro Studi, che si occupa di formare una concreta base conoscitiva del bene, dove siano sistematizzate, verificate e interpretate tutte le fonti a disposizione, dirette e indirette. Le parti stratificate del complesso in esame possono ritrovare una connessione tramite l’analisi conoscitiva degli elementi storico artistici e architettonici che lo compongono, in un processo volto a restituire la comprensibilità del monumento.
    Questo perché si ritiene che, per ristabilire un rapporto di partecipazione inclusiva, la conoscenza sia requisito indispensabile al fine di ricostruire una solida connessione con la comunità, per stimolare la sua auto-consapevolezza e il suo sviluppo cognitivo verso il proprio ambiente.
    Nel ricercare un modo per rispondere alle necessità evidenziate si è scelto di istituzionalizzare le attività di analisi conoscitive attraverso l’organizzazione di un dipartimento interno al Museo; la sua natura giuridica è stata individuata in quella di una Fondazione in grado di offrire un’organizzazione coesa per consentire lo sviluppo di progetti a medio e lungo termine secondo le seguenti sezioni: analisi, raccolta dati, restauro, progetti di ricerca e divulgazione.
    Le scelte effettuate intendono definire una riflessione sulle possibilità di valorizzazione attraverso i mezzi a disposizione. In questo caso la conoscenza ha il fine di stabilire un legame tra il sito e la comunità attraverso l’esperienza di percezione del monumento; al contempo le reti istituzionali sono in grado di attivare progetti di ricerca efficaci al migliorare le qualità del luogo.

Anfiteatro di Arezzo: un viaggio nel tempo con il Videomapping
Francesca Bonato

    Il progetto “L’Anfiteatro di Arezzo: un viaggio nel tempo” propone di valorizzare questo importante sito archeologico attraverso l’utilizzo di innovative tecnologie di proiezione. L’obiettivo è di creare un’esperienza immersiva e coinvolgente per il pubblico, che permetta di conoscere la storia e l’architettura dell’Anfiteatro in modo nuovo e accattivante.
    Il progetto si articola in diverse fasi:
    - Ricerca e analisi: approfondimento della storia e dell’architettura dell’Anfiteatro, del suo contesto urbano e del suo valore storico-culturale.
    - Sviluppo del videomapping: creazione di un contenuto multimediale originale che integri immagini, video, musica e narrazione per raccontare la storia dell’Anfiteatro.
    - Realizzazione tecnica: installazione delle tecnologie di proiezione e allestimento dell’area di fruizione.
    - Promozione e comunicazione: definizione di una strategia di comunicazione per far conoscere il progetto al pubblico e attirare visitatori.
    Il progetto si rivolge a un pubblico ampio e diversificato, dagli appassionati di storia e archeologia alle famiglie con bambini. L’utilizzo del videomapping, una tecnologia accessibile e coinvolgente, permetterà di raggiungere anche persone che non hanno familiarità con la storia antica.
    Il progetto “L’Anfiteatro di Arezzo: un viaggio nel tempo con il videomapping” si propone di:
    - Valorizzare un importante bene culturale italiano.
    - Promuovere la conoscenza della storia e dell’archeologia.
    - Attrarre nuovi flussi turistici ad Arezzo.
    - Sviluppare un modello innovativo di fruizione del patrimonio culturale.
    Il progetto è in linea con le politiche di sviluppo del turismo culturale sostenibile e con la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La sua realizzazione contribuirà ad aumentare la visibilità dell’Anfiteatro di Arezzo e a renderlo un luogo ancora più attrattivo per i visitatori.

Anfiteatro Aperto. Un progetto di valorizzazio¬ne per il parco archeologico del Museo G. C. Mecenate di Arezzo
Lucilla Corbi

    C’è qualcosa, nell’anfiteatro aretino, che lo rende diverso dai suoi simili; non soltanto perché su una sua parte è stato costruito un monastero che oggi ospita il museo Archeologico Cilnio Mecenate, ma perché il suo destino è rimasto so-speso per così tanto tempo che oggi appare più legato al parco che lo circonda – che ha avuto negli anni lo scopo di “di-fenderlo” - che alla città.
    Il progetto si propone, nel rispetto dei palinsesti presenti nel complesso (non solo nel costruito, ma anche nella terra), di trasformare una serie di aspetti che compromettono la percezione delle diverse relazioni che l’anfiteatro ha instaurato con ciò che lo circonda in caratteri valorizzanti e tipici. Gli interventi riguardano la siste¬mazione dello spazio circostante l’arena, rendendo quest’ultima accessibile a tutti e pronta per accogliere la vita de¬gli abitanti di Arezzo.

Il selciato della storia. Un percorso attraverso gli avvenimenti dell’anfiteatro romano di Arezzo
Gabriele De Vuono

    Il progetto di valorizzazione mira a migliorare l’esperienza dei visitatori del Giardino dell’Anfiteatro, un sito di notevole importanza storico-archeologica nel tessuto urbano di Arezzo. Il progetto prevede la creazione di un percorso pavimentato in pietra che abbraccia l’area archeologica, guidato da una time line anch’essa realizzata in pietra, la quale ripercorre i principali eventi storici che hanno caratterizzato questo luogo nel corso dei secoli.
    La time line è concepita come una linea guida, arricchita da elementi di rilievo in corten che mettono in evidenza particolari storici. Questi elementi consistono in vasche integrate nella pavimentazione, dalle quali emergono iscrizioni che descrivono gli eventi legati all’anfiteatro. Le lettere emergono dalla sabbia di fondo, richiamando l’immagine di reperti archeologici affioranti, e si ispirano ai sigilli bronzei utilizzati nell’antica Roma.
    Le vasche, grazie alla loro flessibilità, consentono la modifica delle iscrizioni per adattarsi a eventi specifici o esigenze diverse. Attraverso la time line, si intende narrare la storia millenaria del luogo, individuando 12 eventi chiave che ne hanno plasmato l’identità nel tempo.
    Il cuore del progetto è la time line, che non solo guida il percorso dei visitatori ma, attraverso la pavimentazione, orienta i passi mediante segni direzionali. La pavimentazione, studiata per interagire con l’utente, offre un racconto sensoriale del percorso, invitando i visitatori ad osservare, fermarsi, leggere e procedere lungo il tragitto.
    In aggiunta alla time line e al percorso, sono previste cinque aree espositive che costituiscono un museo diffuso nel giardino. Queste aree, posizionate strategicamente, offrono una varietà di possibilità espositive e sono progettate per adattarsi a diverse esigenze.
    Un terzo intervento si concentra sulla zona meridionale del parco, caratterizzata da variazioni di quota dovute a scavi archeologici. Qui, sono previste tre gradinate in pietra e corten, ispirate agli anfiteatri romani costruiti su declivi naturali, offrendo un omaggio simbolico e un ambiente di riposo finale per i visitatori.
    Altri interventi minori riguardano la rimozione di ostacoli interni, come cancellate e muri, per migliorare l’accessibilità e offrire nuove prospettive visive sull’anfiteatro.

Arezzo Romana. Itinerario urbano sulle tracce di Arretium e nuove tecnologie per la valorizzazione dell’Anfiteatro romano
Manuela Pileri

    Il progetto “Arezzo romana” ha l’obiettivo principale di valorizzare l’Anfiteatro di Arezzo promuovendone la conoscenza attraverso la creazione di un itinerario archeologico dedicato all’età romana e mediante l’uso di nuove tecnologie per un’accessibilità ampiamente inclusiva.
    Le preesistenze di età romana visibili nel centro storico saranno segnalate dalla presenza di pannelli informativi, comprensibili anche ad un pubblico ipovedente. Nei pannelli saranno inserite informazioni relative alle aree archeologiche corredate da fotografie e vi sarà posizionato un QrCode che permetterà di accedere rapidamente ad una app e al sito web di Arezzo romana, per approfondire i contenuti didattici. Inoltre, in punti strategici di accesso al centro storico della città saranno posizionati dei pannelli con la mappa dell’itinerario archeologico di Arezzo romana. L’itinerario urbano, oltre a svelare le tracce dell’antica Arretium, rappresenterà un collegamento culturale tra l’Anfiteatro e il centro storico.
    La conoscenza della storia romana della città sarà ulteriormente promossa all’interno del Museo Archeologico G. C. Mecenate attraverso l’installazione di una mappa interattiva, da esplorare su un tavolo multimediale touch screen e fruibile anche in versione tattile per i non vedenti. Tale tecnologia permetterà ai visitatori di avere una visione completa della struttura urbana di Arretium, agevolando l’attività didattica e rendendo la visita più attrattiva. Per un’esperienza di visita ancora più coinvolgente si propone inoltre di includere nel percorso un virtual tour in realtà aumentata dell’Anfiteatro, fruibile esclusivamente all’interno del Museo Archeologico e dell’area dell’Anfiteatro. L’impiego delle moderne tecnologie multimediali, in linea con i criteri della progettazione universale, potrà migliorare le condizioni di accessibilità e fruizione, attraendo e includendo quindi un target più ampio di visitatori.

Valorizzazione dell’anfiteatro romano di Arezzo. Un’ipotesi per una nuova accessibilità e fruizione pubblica inclusive
Marta Stacchini

    Il progetto affronta il tema dell’accessibilità dei beni culturali. In particolare, l’intento è quello di valorizzare l’anfiteatro di Arezzo all’interno della città, mediante un intervento che ne migliori la fruizione pubblica inclusiva. Si tratta di proporre un intervento contemporaneo in un contesto pluristratificato, sviluppando al contempo consapevolezza circa il valore identitario che esso assume all’interno della città, sia per i cittadini sia per i turisti e gli avventori della città in genere: il progetto di valorizzazione diviene quindi conoscenza, consapevole fruizione di uno spazio, coscienza identitaria, con la consapevolezza che rendere il più fruibile possibile il patrimonio culturale diventa un’azione fondamentale per la crescita di un territorio.
    Con il termine accessibilità si intende un concetto complesso e variegato, declinabile secondo più modalità ed interpretazioni. Nel senso generale indica la capacità di un soggetto di poter fruire facilmente ed in autonomia di un bene.
    Le possibilità di accesso sono riferite oggigiorno ad una pluralità di condizioni che riguardano requisiti fisici, ma anche sensoriali e, ancora, cognitivi, oltreché aspetti economici o culturali. Tali condizioni, laddove non permettono la fruizione piena di un bene, possono far sentire ancora più fragile la persona che non si trova nella situazione di godimento.
    Significativa è l’evoluzione storica e concettuale che ha determinato una svolta culturale importante: non solo persone con disabilità, ma persone con esigenze specifiche. È un focus specifico sul tema del turismo accessibile che consente di comprendere meglio come il tema possa interessare a 360° e come l’intervento proposto possa inserirsi nella realtà aretina. La risoluzione delle barriere tangibili e intangibili che ostacolano l’accessibilità ha una dimensione etica e socioculturale, interessa l’intera comunità e si configura come un processo collettivo di crescita e non come un mero problema tecnico e settoriale da risolvere.
    In quest’ottica assumono grande rilievo le idee fondanti del progetto: da una parte quelle di favorire la conoscenza del bene all’interno dell’unità paesaggistica costituita da museo, area archeologica e giardino dell’anfiteatro, dall’altra quella di sviluppare un progetto che favorisca la fruizione del bene culturale, anche a soggetti portatori di disabilità o con esigenze specifiche. Il tutto al fine di promuovere una cultura inclusiva, e dove lo spazio pubblico è messo al servizio dell’utenza, anche attraverso la creazione di sistemi e strutture incentrati sull’utente. Anche gli spazi pubblici caratterizzati da elevata qualità, possono così “contribuire alla salute, alla felicità e al benessere delle persone”.
    La sfida è quella di trovare il giusto equilibrio tra intervento di valorizzazione e tutela del bene, attraverso una serie di azioni ed interventi capaci di far emergere il vero protagonista: l’anfiteatro. Da ambito di passaggio, il giardino connotato da elevata qualità diviene anticamera al museo, in cui poter sostare e al contempo conoscere la storia e le caratteristiche stratificate del complesso del parco archeologico. Nuovi percorsi permettono a tutti l’accesso anche all’area archeologica.

A.A. 2020/2021 | Tema "Arezzo romana"

Il ruolo delle nuove tecnologie nella valorizzazione dell'anfiteatro romano di Arezzo
Giulia Bloise

    Le applicazioni della tecnologia AR (Augmented Reality) al patrimonio storico-artistico e archeologico rientrano in una generale tendenza all’innovazione delle modalità di comunicazione e di fruizione dei beni culturali e alla loro progressiva digitalizzazione. Il progetto propone lo sviluppo di un prototipo di applicazione di realtà aumentata appositamente studiato per l’anfiteatro romano di Arezzo e utilizzabile tramite i comuni dispositivi mobili (smartphone e tablet) grazie ad una tecnologia che è in grado di far immergere il visitatore nell’atmosfera degli scontri tra gladiatori ai tempi dell’antica Roma, sullo sfondo di una ricostruzione quanto più verosimile dell’anfiteatro aretino, che il visitatore può osservare nella sua interezza e complessità.
    Oltre alla suddetta tipologia di soggetti, si prevede la riproduzione di scene relative al rinvenimento dei beni archeologici all’interno dell’area: tali contenuti si collocherebbero in una sezione diversa rispetto alla prima – caratterizzata dalla presenza dei gladiatori –, offrendo al visitatore la possibilità di navigare attraverso periodi storici differenti. Le scene virtuali, illustranti sia alla storia degli scavi novecenteschi che i rinvenimenti più recenti, consentirebbero inoltre di visualizzare in realtà aumentata i modelli 3D dei reperti ritrovati all’interno dell’arena e di accedere, in collegamento con uno specifico database, alla relativa scheda di catalogo dotata di indicazione di posizionamento all’interno delle sale del museo archeologico e di descrizione approfondita corredata da sintesi vocale.
    Grazie all’elaborazione di nuovi strumenti per la visita in stretta relazione con il contesto specifico e ad un apposito piano promozionale, il seguente progetto si prefigge di riportare l’anfiteatro di Arezzo e la sua identità romana al centro del panorama dell’offerta culturale della città.

Tirocinio eseguito presso: Laboratorio LXR | DIDA


Accedere a nuovi sguardi. La valorizzazione delle opere romane all'interno del Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo
Deborah Bosa

    Il Progetto ha come obiettivo la valorizzazione degli oggetti romani presenti all’interno del Museo Archeologico Cilnio Mecenate di Arezzo e del suo anfiteatro.
    Il “Museo” oggi si presenta come un sistema complesso e di difficile decifrazione il cui significato si identifica ancora per molti come un contenitore di oggetti del passato. Il Museo è sì un luogo di raccolta e di conservazione dell’archeologia e della storia dell’arte, ma deve anche essere un luogo accessibile a tutti i suoi fruitori. Un luogo in cui la cultura e la storia si possano fondere insieme, attraverso un dialogo costante. Il sistema museo è infatti colui che contribuisce alla conoscenza della storia nazionale e dell’identità di un luogo, fornendo una irripetibile testimonianza del passato.
    Proprio per questi motivi e per l’importanza che ha il museo all’interno del tessuto cittadino, con il progetto “Accedere a Nuovi Sguardi”, si vuole valorizzare l’identità romana presente nel territorio aretino. La romanità è visibile oggi sia all’esterno, ossia nell’anfiteatro, che all’interno, più precisamente nel Museo Mecenate nelle sale romane. Il museo e l’anfiteatro sono strettamente collegati alla città di Arezzo, poiché devono essere individuati come dei testimoni di un passato glorioso.
    Il progetto si propone di valorizzare e di conservare l’identità romana di Aretium, attraverso delle strategie che prevedono un ripensamento delle sale museali – idea di un percorso romano ben definito e soprattutto ben collegato tematicamente –, l’uso della tecnologia per valorizzare gli oggetti romani, la comunicazione interna ed esterna per coinvolgere turisti e cittadini a visitare il Museo con le sue collezioni e l’anfiteatro, connessioni con l’anfiteatro, ossia il ricollocamento degli oggetti romani nello spazio esterno e infine l’impego del marketing territoriale come beneficio per tutta la cittadinanza.
    La cultura e il suo patrimonio necessitano oggi di innovazione, rispetto e soprattutto di valorizzazione.
    Il seguente progetto ha l’obiettivo di rendere l’anfiteatro e il Museo Mecenate luoghi centrali della cultura aretina e di far rivivere al fruitore l’Arezzo romana. Il progetto “Accedere a nuovi sguardi” vuole essere una strategia vincente per la nuova offerta culturale della città di Arezzo.

Tirocinio eseguito presso: Communicationlab | DIDA


Il laboratorio teatrale "Eredu". Un percorso di valorizzazione dell'anfiteatro romano di Arezzo
Serena Calaresu

    Il progetto Eredu – il cui titolo rimanda a due parole chiave, ossia “eredità” e “educazione” – è un laboratorio teatrale che adotta le metodologie del teatro sociale come strumento di valorizzazione dell’anfiteatro romano di Arezzo, parte del complesso del Museo archeologico nazionale Gaio Cilnio Mecenate. Infatti, il bene culturale in questione si presenta come una struttura resiliente ma silente, invisibile pur essendo in centro città. Obiettivo del progetto è, infatti, far tornare l’anfiteatro a essere un luogo vivo e vissuto dalla comunità aretina, un nuovo polo culturale della Toscana. Il laboratorio, dalla durata di sei mesi, coinvolge giovani che frequentano le scuole secondarie di II grado ad Arezzo in un progetto extracurriculare. Ogni edizione di Eredu parte da un taglio diverso sull’anfiteatro, quindi, focalizza l’attenzione ogni anno su uno dei molti aspetti e tematiche che esso ci offre. I partecipanti in questione sono chiamati a svolgere esercizi per riappropriarsi dello spazio anfiteatrale, a studiarlo e a “dialogarci” per arrivare a scrivere una sceneggiatura originale basata sulla tematica in corso. Dando nuovi significati all’anfiteatro, si creano i presupposti per un riavvicinamento all’anfiteatro da parte della comunità contemporanea, chiamata ad essere parte attiva in tutto il percorso del laboratorio. Infine, il testo teatrale contemporaneo si confronta con quello della tradizione proprio nello spazio dell’anfiteatro: durante lo spettacolo, il pubblico verrà coinvolto con strategie diverse pensate dai partecipenti. Il laboratorio, infatti, è strutturato come un percorso da sviluppare insieme ai suoi cittadini, partecipanti e spettatori al fine di far tornare l’anfiteatro un centro in cui tutta la comunità gravita per dialogare, conoscere le proprie radici identitarie e confrontarsi.

Tirocinio eseguito presso: Fondazione Fabbrica Europa (FI)


Tra cultura e sport. Ipotesi di un circuito podistico tra le aree archeologiche di Arezzo
Pierfrancesco Giancane

    Il principale motivo della fama di Arezzo si deve attribuire alla sua storia millenaria, le cui testimonianze sono tangibili ancora oggi tanto nei reperti custoditi dai maggiori musei della città, quanto nei monumenti ed edifici storici incastonati nel tessuto urbano. In un contesto così ricco di reperti storico-archeologici, il presente contributo tenta di valorizzare la componente culturale in una visione progettuale multiscalare, con particolare attenzione alla dimensione urbana.
    L’amministrazione di Arezzo, oltre alla costante valorizzazione del patrimonio culturale, da sempre promuove anche l’attività sportiva e il benessere psico-fisico, tanto da renderle delle mission a favore della cittadinanza. L'attenzione rivolta a queste problematiche ha permesso alla città toscana di diventare membro del programma Healthy Cities (Città Sane), istituito e promulgato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
    La presente tesi ha l’obiettivo di prefigurare un Circuito Podistico con finalità di Corridoio Archeologico Urbano per la città di Arezzo, con il duplice fine di connettere tra loro le principali aree di scavo di chiara datazione romana e di mettere in risalto la romanitas aretina. Inoltre, attraverso il sistema di mobilità sostenibile e il recupero dei maggiori parchi urbani, è possibile creare una relazione biunivoca tra l’attività sportiva e le importanti preesistenze storiche. In tal modo, si potrà avviare un’esperienza virtuosa basata tanto sulla valorizzazione dei beni – tra i quali l’Anfiteatro assume il ruolo di ‘cerniera’ tra la zona intramoenia e quella extramoenia del circuito e del processo di riconnessione – , quanto sul rafforzamento del genius loci.
    Finalità della progettualità è non solo quella di incentivare lo svolgimento dell’attività fisica, ma anche di fruire del patrimonio storico-archeologico della città in modo coinvolgente ed ecosostenibile.

Tirocinio eseguito presso: Archeologia Ricerca Valorizzazione s.r.l. (LE)


VisitARRETIUM. Un progetto di valorizzazione dell'identità romana della città di Arezzo tra Archeologia e Realtà Mista
Alessandro Masetti

    Il progetto di ricerca VisitARRETIUM propone la realizzazione di un dispositivo di narrazione multimediale per il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo che attraverso la realtà mista (MR), intende restituire l’insieme delle relazioni tra i reperti archeologici di epoca romana della collezione museale e i loro siti di provenienza, dislocati all’interno del centro storico dell’antica città di Arretium.
    Il progetto di ricerca si realizza attraverso la composizione di una serie di prodotti finiti afferenti a due filoni tematici: da un lato la possibilità di agevolare l’accesso, la consultazione e la fruizione open access della Documentazione tecnico-scientifica, conservata presso gli enti preposti per la tutela del patrimonio archeologico, archivistico, architettonico, storico-artistico e paesaggistico dell’ambito aretino; dall’altro, la necessità di innovare le modalità di visita e fruizione dei beni esposti e conservati all’interno del museo grazie ad un approccio esperienziale improntato all’Edutainment. La serie di prodotti comprende: un database digitale open access con geo-referenziazione (GIS) che faciliti la comprensione e la tutela del patrimonio archeologico aretino di epoca romana; un modello architettonico tattile aumentato che attraverso l’introduzione di tecnologie NFC e leap motion permetta di scoprire la Arezzo romana con componenti di animazione e gaming; una App dedicata che permetta di accedere a contenuti narrativi interattivi e multimediali; e infine, la creazione di un itinerario urbano sulle tracce della antica Arretium.

Tirocinio eseguito presso: CHM_Lab | DIDA


Accessibilità come risorsa. Una proposta di valorizzazione per il giardino dell'Anfiteatro di Arezzo
Azzurra Maria Noemi Pallucca

    Il progetto si confronta col tema dell’accessibilità dei beni culturali. Il termine accessibilità definisce un concetto complesso che può avere più declinazioni e interpretazioni. In generale indica la possibilità di un soggetto di fruire facilmente di una risorsa in autonomia. Questo facile accesso può essere fisico, sensoriale, cognitivo, culturale, economico.
    La risoluzione delle barriere tangibili e intangibili che ostacolano l’accessibilità ha una dimensione etica e socioculturale, interessa l’intera comunità e si configura come un processo collettivo di crescita e non come un mero problema tecnico e settoriale da risolvere.
    Inizialmente il concetto era legato principalmente alle disabilità e l’accessibilità costituiva condizione necessaria per assicurare pari opportunità alle persone con menomazioni durature, rispetto della loro intrinseca dignità, inclusione nella comunità. Ci è voluto del tempo per passare dalla 'persona con disabilità' alla 'persona con esigenze specifiche', punto di vista che amplia molto la platea includendo ad esempio anche bambini e anziani.
    L’accessibilità, nella sua accezione più ampia, elimina le barriere architettoniche, integra l’informazione con elementi sensoriali alternativi (tattili, olfattivi, gustativi), comunica in più lingue, compresa la lingua dei segni (LIS), semplifica il linguaggio, abbatte le barriere culturali, democratizza il bene.
    E se è vero, come affermava il filosofo Hans-Georg Gadamer, che “la cultura è l’unico bene che, quando viene distribuito, aumenta di valore”, rendere il più accessibile possibile il patrimonio culturale diventa un’azione fondamentale per la crescita di un territorio.
    Calandoci nel contesto aretino e focalizzando l’attenzione sul complesso del museo archeologico nazionale Gaio Cilnio Mecenate e Anfiteatro romano, il progetto affronta il tema dell’accessibilità di questo bene partendo dal suo ruolo di elemento di riferimento e di pregio del paesaggio urbano, gratuitamente godibile dal giardino pubblico contiguo. Questa vista, che costituisce il valore principale di quest’area verde attualmente non abbastanza valorizzata, non è però accessibile a ciechi o ipovedenti.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Fiesole (FI)


A.A. 2019/2020 | Tema annuale "Gli edifici termali"

Via delle Terme. Tra storia e natura
Sofia Bassetti

    L'obiettivo del progetto di valorizzazione consta nella determinazione della modalità più consona alla soddisfacimento del desiderio, intrinseco ai cittadini di Acquasanta Terme, di un ritorno allo splendore del passato. La storia di Acquasanta Terme si intreccia, inevitabilmente, con la vecchia struttura termale della piscina e della grotta sudatoria, un tempo frequentata da personaggi illustri e oggi in condizioni di abbandono, tanto da essere oggetto di un progetto di riqualificazione già attivato. Nell'area antistante lo storico impianto termale il tracciato, non più praticabile, che conduce da Lu Vurghe alla spiaggia fluviale di Pacca della Vecchia, è un sentiero di alta valenza storica e paesaggistica che comprende tratti di antiche strade romane e mulattiere, fiancheggia il greto del fiume fino all’attuale impianto di depurazione, per poi terminare nei pressi dell’attuale centro termale. La riqualificazione di quest'ultimo sarà integrata con nuovi tracciati necessari per collegare l'itinerario al centro cittadino. Il progetto vuole essere, all'atto pratico, uno strumento di valorizzazione del territorio, sistematizzando le risorse termali e naturali locali, tra loro e con il contesto acquasantano, grazie alla creazione di un percorso di forte matrice storica che permetterebbe, tra l'altro, una migliore accessibilità e fruibilità del bene.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Acquasanta Terme


'Il sale, tra il ferro ed il mare'. Valorizzazione dell'Oasi Termale delle Antiche Saline di Portoferraio
Elisa Loli

    Il progetto intende valorizzare il paesaggio culturale delle Antiche Saline di San Giovanni, quale unico ricordo ancora ben identificabile nel panorama del Golfo, dell’attività che per secoli è stata protagonista indiscussa. L’area attualmente consente un’altra attività di estrazione, quella delle alghe e dei limi benefici, arricchiti dalla presenza dei resti della lavorazione del ferro delle vicine acciaierie dismesse; proprio la costruzione di queste ultime ha portato alla cessazione dell’antica attività di estrazione del sale, ed alla nascita di un’area umida, in prossimità della quale sorgono le Terme di San Giovanni. Con la previsione del Parco delle Antiche Saline viene donata centralità ed unitarietà al sistema del Bacino Granducale, che torna ad essere protagonista e portavoce dello spessore storico dell'area. L'area umida costituente l'antico bacino risulta di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’Oasi Termale, la cui forte naturalità intende espandersi e riconquistare anche gli spazi aperti caratterizzanti il Parco dell’Hotel Airone, in linea con quanto auspicato dal vigente regolamento urbanistico.
    La proposta di valorizzazione del Bacino delle Antiche Saline di San Giovanni intende costituire una tessera del più ampio progetto 'Il cammino della Rada', promosso da varie associazioni radicate sul territorio tra cui Italia Nostra e Legambiente: un percorso che dal centro storico di Portoferraio, giunga alla Fortezza del Volterraio, toccando le emergenze storiche, architettoniche e paesaggistiche che costellano il Golfo, quali diversi e singoli racconti che narrano insieme la storia del Luogo. Il percorso potrà così evidenziare al suo interno un 'Itinerario delle Terme e delle Saline', dall'area termale della Villa Romana della Linguella, a quella della Villa Romana delle Grotte, passando per l'Oasi Termale del Bacino Granducale nel Parco delle Antiche Saline. Itinerario che porterà anche alla scoperta delle trasformazioni subite dai bacini di lavorazione del sale, che un tempo caratterizzavano il Golfo.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Portoferraio


Risalire la corrente. Un itinerario per valorizzare le ex Terme di Montione
Lucia Montoni

    Il progetto di valorizzazione delle ex Terme di Montioni mira a salvaguardare la memoria storica e collettiva/popolare del luogo in considerazione del suo valore storico-identitario. L’intervento è strutturato su due scale progettuali.
    La prima punta a una riflessione sulle diverse forme dell’acqua mediante il collegamento di diversi ‘luoghi dell’acqua’, che scompaiono come identità singole e che, raccontati insieme, divengono un’offerta turistica e culturale unica. Tra i luoghi selezionati vi sono un mulino antico, una chiusa, una centrale idroelettrica, l’acquedotto vasariano, varie fontane e pozzi e le ex terme.
    La seconda scala progettuale riguarda la riattivazione del sito di Montione e mira a riaccendere interesse e curiosità verso la sua storia per mantenerne viva la memoria nel tempo. Operativamente il progetto si compone di un percorso ciclabile di circa 20 km che collega i 10 luoghi dell’acqua nel Comune di Arezzo e che permette sia di attraversare il centro storico della città, sia di connettersi ad altri tracciati ciclo-pedonali esistenti. Montione rappresenta il cuore dell’itinerario dove si trovano i principali servizi per chi percorre il sentiero, in bici o a piedi, e per chi decide di sostarvi. Un’ulteriore sfida riguarda il coinvolgimento di tutti gli ambiti pubblici e privati per dare vita a una strategia comune e avviare un processo partecipativo attraverso il quale valorizzare le attività locali e creare un’offerta culturale, turistica, ricreativa e educativa condivisa.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Arezzo


Terme di Montecatini e progetto di valorizzazione: dall'analisi archeologico-artistica degli Stabilimenti Termali a percorsi di accessibilità
Francesca Prestipino

    Il focus del progetto di valorizzazione per le Terme di Montecatini è lo Stabilimento Tettuccio. La scelta di focalizzare l'attenzione sullo stabilimento Tettuccio nasce dalla peculiarità di tale edificio: le sue opere pittoriche e architettoniche, l'unicità di avere la facciata settecentesca inglobata nella ricostruzione del Novecento, gli spazi interni ed esterni, l'acqua del cratere del Tettuccio e i giardini.Il progetto di valorizzazione riguarda un programma rivolto a persone affette da Alzheimer. La finalità del progetto proposto "Tra acqua e arte" è di rendere l'Edificio Tettuccio accessibile alle persone con demenza e ai carer professionisti, attraverso programmi mirati, senza però porsi intenzioni terapeutiche.
    Il progetto "Tra acqua e arte" è il primo progetto di questo stampo svolto in tale contesto. In questa prima fase il programma è composto da due attività, per avere una prima valutazione dalle associazioni del territorio che si occupano di attività per persone con demenza, dalla società termale, e soprattutto dalle RSA con i relativi ospiti e educatori geriatrici che prenderanno parte alle attività.
    Il programma prevede delle attività di dialogo di gruppo legate alle opere pittoriche della Sala del Caffè e attività sensoriali sfruttando l'elemento acqua che fuoriesce dal cratere del Tettuccio e nella Galleria della Mescita.
    Durante le attività prevale la dimensione relazionale e immaginativa e in gruppo i partecipanti creano storie e poesie. La poesia necessita di poche parole, ed è indicata per le persone ad uno stadio di Alzheimer avanzato, mentre la stesura di una storia riesce a coinvolgere e a tenere alta l’attenzione dei partecipanti. Per la narrazione il riferimento è a Time Slips, un metodo di narrazione creativa.

Tirocinio eseguito presso: Società Terme di Montecatini


IMperfetto. Terme del Corallo: la volontà di rinascita
Armando Michele Toscano

    Se dopo anni di abbandono le Terme del Corallo hanno dimostrato di avere un carattere resiliente, allora vi è una possibilità di ‘riattivare’ i luoghi ed operare un’opportuna valorizzazione. Il progetto di valorizzazione propone di mettere in atto azioni puntuali per un riuso degli edifici, secondo la metodologia del ‘minimo intervento’ e operare, al contempo, per la promulgazione di cultura e conoscenza. Avendo perso la funzione originale, gli edifici si prestano ad ‘accettarne’ di nuove, in modalità compatibili con la loro natura. Pertanto, lasciando questa situazione inalterata ed accettando lo stato 'imperfetto', si pone l’obiettivo di valorizzare il complesso per mezzo di espedienti semplici che consentiranno, in totale sicurezza, la fruizione degli ambienti termali e del parco retrostante. In questo modo i padiglioni termali diventeranno luoghi di cultura, intrattenimento, di convivialità e svago, perché lo stabilimento ha le potenzialità per innestare diverse funzioni nello stesso spazio. Il parco, se collegato agli edifici e opportunamente ridisegnato, diventerà il racconto di una storia. Costruire un sistema che metta insieme il verde urbano e le architetture di rilievo, sarà il volano del rilancio per permettere ai cittadini di riappropriarsi di tali spazi e rendere la fruizione libera, tutelando il patrimonio. Il tentativo di dare un nuovo inizio, sia allo stabilimento che alla città, fermerà l’abbandono reiterato negli anni e dimostrerà che un bene, seppur compromesso, ha la ‘forza’ e il valore per tornare ad essere parte integrante della vita quotidiana in città.

Tirocinio eseguito presso: CHM_Lab | DIDA


A.A. 2018/2019 | Tema annuale "Reti e percorsi"

Corsi d'acqua, percorsi di fede
Domenico Armignacco

    Nel cuore di un grande complesso montagnoso che abbraccia tutta la zona sita a Nord-Est di Vaglio di Basilicata sorge il santuario di Rossano di Vaglio, dedicato alla dea Mefite. Tra i vari epiteti attestati nelle testimonianze scritte, soprattutto nel territorio lucano, troviamo spesso accostato alla dea quello di Utiana, facendo trasparire un chiaro riferimento etimologico (tramite il greco ϋδωρ) all’acqua. In effetti nella dea Mefite adorata dai popoli di derivazione osco-sabellica, in particolare dai Lucani, si ritrovano i poteri di Afrodite, la dea greca della bellezza, ma anche di Demetra, che assicurava l’alternarsi delle stagioni e quindi un buon raccolto: implorare un buon raccolto e l’arrivo di un figlio era quello che le donne lucane chiedevano alla dea. Mefite, infatti, è una divinità italica legata in generale alle acque ed invocata quindi per la fertilità dei campi e, metaforicamente, la fecondità femminile.
    Scopo del presente progetto, è quello di dare vita ad un percorso dai toni culturali e paesaggistici che colleghi l’abitato di Vaglio in primis col sito archeologico di Rossano, uno dei più importanti della Lucania appenninica, e quindi col parco archeologico di Serra di Vaglio che presenta, oltre ad un collegamento culturale col sito di Rossano, anche rilevanti punti di interesse naturalistico. Oltre alla prioritaria tutela e valorizzazione (concetti intimamente connessi) dei siti archeologici, l’intento è anche quello di creare, contestualizzando debitamente il percorso all’interno del territorio, un sistema che non sia invasivo ma produttivo, che non vada ad intaccare il territorio stesso ma ne colga le peculiarità e la ricchezza, puntando ad attirare un turismo altro da quello con finalità unicamente ludiche che ultimamente ha trovato fortuna in queste zone della Basilicata. Coinvolgendo attivamente anche il comune di Vaglio, si potrebbe inoltre ridare vita ad uno dei tanti centri abitati della Lucania interna che soffre da tempo il gravoso problema dello spopolamento. Riconsegnare quindi il territorio ai suoi abitanti non nuovo ma rinato, sensibilizzandoli verso le relative tematiche culturali e suggerendo una via per una crescita culturale, economica e sociale che sia allo stesso tempo a basso impatto ambientale, sinergica e sostenibile.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Vaglio Basilicata


Il sistema del sacro lungo la via Francigena da Altopascio a Coiano. Studio e proposte di valorizzazione
Serena Carmignani

    Il progetto vuole valorizzare la rete stradale antica sviluppatasi nella zona tra i comuni di Altopascio, Fucecchio, San Miniato e Castelfiorentino, individuando alcuni itinerari a partire da edifici religiosi quali chiese, abbazie, santuari, pievi, oratori e tabernacoli. Per far ciò occorre mettere in relazione il territorio circostante, composto da differenti sub regioni toscane, come la Valdinievole, il Valdarno inferiore e la Valdelsa.
    Il progetto ha iniziato a prendere vita dallo studio delle fonti archivistiche e iconografiche, affiancate da indagini sul campo al fine di fare raffronti tra la viabilità storica e quella moderna, ripercorrendo gli antichi tracciati che ancora oggi non sono stati completamente messi in evidenza nella zona di interesse, completandoli dei loro itinerari alternativi, rendendo così la mappa dei percorsi un mezzo per valorizzare e conoscere meglio quel sistema del sacro che si snoda intorno all'asse principale della via Francigena nella zona Altopascio-Coiano. Poiché il progetto nasce, come tappa iniziale, dal comune di Altopascio, l'idea è stata quella di trovare un luogo del complesso ospitaliero adatto ad essere trasformato in museo per accogliere in una degna collocazione gli itinerari individuati, oltre che valorizzarlo e arricchirlo con una esposizione multimediale. L'esigenza di realizzare un pecorso museale ad Altopascio sembra di primaria importanza, visto che l'importante luogo storico è privo di una sede adeguata. Partendo poi dall'idea che un territorio vada conosciuto nella sua interezza, si è pensato anche di dare un nome agli itinerari alternativi che, conducendo i visitatori in un viaggio nel tempo, potessero far loro vivere un'esperienza culturale accompagnata dalla degustazione di prodotti tipici locali. Ecco che, partendo dal cibo tipico dei pellegrini, si è arrivati alle specialità locali come vino, olio, pane del territorio e all'idea di rendere tali prodotti parte di una rete, “La bisaccia del pellegrino”, un marchio registrato che segnala le specialità alimentari di una determinata zona, capace di promuovere la produzione delle aziende locali e di valorizzarne le caratteristiche peculiari.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Altopascio


Camminare tra le righe. Frammenti di dimore vitali tra sapere e poesia
Luca Divitini

    Il progetto nasce dal desiderio di valorizzare le biblioteche della città, gli edifici di grande interesse storico-architettonico in cui hanno sede e le collezioni librarie storiche e di pregio in esse conservate, attraverso un vero e proprio itinerario turistico-culturale, per un ampio pubblico non solo accademico mediante:
  • la realizzazione di percorsi culturali, dinamicamente uniti alla rigenerazione di luoghi poco conosciuti o in disuso, che siano la risposta per innovare il turismo e offrire una visione a tutto tondo del sapere e dell’arte;
  • la realizzazione di percorsi che mettano in rete luoghi e soggetti già operativi nel panorama cittadino con un loro inserimento in attività di utilità didattica.

Tirocinio eseguito presso: Centro UNESCO di Firenze onlus


Cammini Federiciani. 1220|2020 San Miniato
Carla Mastroberti

    I Cammini Federiciani di San Miniato si inseriscono in un progetto più ampio denominato “San Miniato al Tedesco: nelle Terre dell’Imperatore” volto a valorizzare la città e il suo territorio rivivendone la storia attraverso gli antichi luoghi segnati dalla dominazione degli Imperatori Svevi in occasione degli 800 anni dall’incoronazione ad Imperatore di Federico II.
    Itinerari storico-culturali spettacolari, luoghi dove ancora aleggia alta e talvolta terribile la figura di Federico II, un territorio segnato dalla dominazione Sveva che sempre ne ha rivendicato l’importanza strategica in piena contrapposizione con il Papato. Un’esperienza intensa attraverso cui poter apprezzare anche il sapore dei luoghi tra vigneti, bellezza e bontà, a contatto diretto con la natura, con un’attenzione particolare all’enogastronomia e alle secolari tradizioni locali, alle aziende produttrici, alle cantine, alle loro etichette e alla loro filosofia. È attraverso il vasto territorio che San Miniato controllava che si sviluppa la rete di percorsi che mettono a sistema i castelli/castelletti, baluardi difensivi sotto la giurisdizione della cittadella imperiale di San Miniato, le pievi e il paesaggio tra la Valdelsa attraversata dalla Via Francigena e la Valdegola, una piana che un tempo fu teatro di violente battaglie e che oggi ospita le coltivazioni del tabacco e del granturco, oppure verdeggia con i suoi ventimila pioppi allineati come soldati in parata su un tappeto ora candido di camomilla, ora scarlatto di papaveri, ora ocra di terra lavorata, ora verde di erba medica.

Tirocinio eseguito presso: Comune di San Miniato


Chianciano Terme - Catch our Time. La nuova identità del benessere - learn wellness
Andrea Pasquali

    Il progetto, osservando ed analizzando la situazione attuale del territorio di Chianciano Terme e ponderando il rapporto della crescita sociale ed economica relazionata alle attività termali, si propone di:
  • rivalorizzare il patrimonio architettonico termale qualificante l'attività curativa dell'individuo, implementando gli isolati esempi di attività economica e il debole sistema di relazione e interscambio che le lega;
  • attualizzare il sistema di offerta del benessere al fine di riutilizzare a pieno il patrimonio architettonico esistente;
  • annettere il patrimonio territoriale fisico e culturale all'attuale rete turistica della Val d'Orcia e Val di Chiana, polarizzando i flussi turistici;
  • definire una nuova identità territoriale.

  • Questi obiettivi si affronteranno con strategie di completamento dell'attuale percorso di cura termale con attività di margine che permettano un ampliamento dell'offerta e una nuova definizione di utenza del luogo. Si punterà a creare la possibilità per l'utilizzo anche a chi scarsamente interessato all'attuale sistema di offerte, affiancando alle attività termali dinamiche affini:
  • completando il sistema con un'offerta integrata, studiata su una più ampia utenza, amplificata e pubblicizzata dai contemporanei strumenti e reti di comunicazione
  • proponendo attività correlate attraverso il concetto del wellness.

  • In conclusione il progetto vuole sviluppare due tipologie di programma: uno politico, che proponga un insieme normativo atto alla facilitazione di sviluppo e insediamento di nuove attività per il benessere, la cura e lo svago; uno economico, che apra a nuove forme di investimento ed impresa, necessarie alla definizione delle strategie e alla nuova valorizzazione della popolazione, costituendo un polo attrattivo e ricettivo per la Val di Chiana e per la sua utenza turistica, punto di partenza dei percorsi turistici e culturali del territorio.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Chianciano Terme


La Via Sacra Italica. Progetto di recupero della rete dei tratturi in Molise
Adelchi Potalivo

    La Via Sacra Italica è un progetto di recupero della rete dei tratturi in Molise che, servendosi di un Cammino attraverso i luoghi di culto dei Sanniti, mira alla valorizzazione delle aree archeologiche e naturalistiche molisane e, di conseguenza, alla riqualificazione dei borghi sviluppatisi lungo le vie della transumanza. Il Cammino si compone di pacchetti turistici di taglio archeologico-naturalistico: è suddiviso in quattro tappe su segmenti di tratturi, per una lunghezza totale di 135 km circa. Un unico grande percorso che ricalca la via sannitica che da Nord a Sud collegava la valle del Sangro con quella del Trigno: da Vastogirardi, attraversando i territori di Pietrabbondante, Pescolanciano, San Giovanni in Galdo, Campochiaro e Sepino.

Tirocinio eseguito presso: Regione Molise


L'Ambrogiana. Un nuovo Centro di Documentazione e Studi sulle alluvioni, housing sociale e spazi per la comunità di Montelupo Fiorentino
David Vezzosi

    L’Ambrogiana è un progetto che trova come suo cardine il complesso della villa medicea di Montelupo Fiorentino, la quale ospiterà nei vari ambienti restaurati e rifunzionalizzati un Centro Studi e di Documentazione sulle Alluvioni, un Centro di Documentazione sulla Cantieristica Navale e Ciclo del Legno e ambienti di housing sociale negli ambienti della Villa.
    Nel Centro Studi e di Documentazione sulle Alluvioni troverà luogo e sede istituzionale il nuovo Centro di Documentazione sulle Alluvioni di Firenze che ad oggi è parte integrante del Sistema Bibliotecario d’Ateneo e nasce in continuità con il Progetto Firenze 2016 promosso dall’Università degli Studi di Firenze in vista del cinquantenario dell’alluvione del novembre 1966. Il centro è dedicato alla ricerca, al recupero e all’elaborazione dell’informazione bibliografica e documentale relativa all’alluvione di Firenze del 1966 e alle tematiche connesse, oltre ad arricchire attraverso una forte integrazione con tutta la documentazione a tema disponibile nelle varie biblioteche d’ateneo e locali.
    Nel Centro di Documentazione sulla Cantieristica Navale e Ciclo del Legno verranno predisposti degli spazi di formazione e laboratori sulla tematica dei maestri d’ascia e ciclo del legno. All’interno del mix di funzioni è previsto un percorso “pubblico” e accessibile all’utenza esterna che permette di visitare quelle porzioni della villa più rappresentative, aprendo così la villa al territorio.
    Il progetto è incentrato proprio sull’apertura della villa al territorio, e sul ricucire quel rapporto ormai perduto con il fiume andando a valorizzare le peculiarità architettoniche e funzionali che il complesso dell’Ambrogiana possiede, in quanto è l’unica villa della famiglia medicea ad essere costruite sulle rive del fiume Arno e con questo anticamente in stretto contatto.

Tirocinio eseguito presso: Comune di Montelupo Fiorentino

A.A. 2016/2017

“Prato virtual museum”: studio di fattibilità
Sabrina Biagiotti

From Highway to Pathway
Marco Corridori

Montemurlo Millennio 1019-2019.
Due itinerari nello spazio e nel tempo

Sara Gabbanini

La Fabroniana e le altre
Giulia Lazzari

Il giardino di Villa Corsi Salviati.
Giardini storici: tutela, valorizzazione e messa a reddito

Elisa Luzzi

Ex palestra di San Pietro (Gubbio)
Cecilia Mascelli, Agnese Monacelli

iWalk Pistoia.
Progetto di valorizzazione della terza cerchia muraria tramite percorsi multimediali

Tiziana Romiti, Cristiano Romiti

A.A. 2015/2016

Il centro al centro tra conservazione e innovazione.
Linee guida per la redazione del Progetto Strategico di Valorizzazione (PSV) dei centri storici

Massimo Balsimelli

Khroma.
Un innovativo piano per il colore e il decoro per i borghi storici minori di Firenze

Filippo Cherubini

Carrara White Walks.
Progettazione interata di turismo culturale sostenibile attraverso reti di percorsi e reti di funzioni

Corrado Lattanzi

“ora et labora” ovvero il nuovo polo culturale e museo della Badia di S. Salvatore a Vaiano
Alexandra Michelozzi

Pitti segreta.
Mezzanini della Muletta

Caterina Olivadese, Anna Zottolo

Understand
(App. Territoriale Culturale-Turistica)

Giulio Romano

A.A. 2013/2014

Il Viale di San Vito a Cutigliano.
Recupero e Valorizzazione

Franco Del Re

I Castelli dell’Alta Valle del Sele
Laura Figliulo

Riabitare paesaggi: Appennino Ligure e Valbrevenna
Paolo Granara

Valorizzazione del centro storico di Civitavecchia
Fabrizio Scotti

Benozzo Gozzoli, Tabernacolo con Storie della vita di Gesù.
Proposta di intervento di restauro sull’opera e realizzazione di un “museo-diffuso” per la valorizzazione e la conoscenza del linguaggio benozziano in Valdera e Valdelsa

Fabiana Susini